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lunedì 16 aprile 2012


Leggendo la risposta della ausl di Forlì pubblicata nell'agenda del Resto del Carlino del 13 aprile 2012, siamo rimasti per l’ennesima volta rammaricati e sconcertati dalle cose assolutamente non vere che la direzione della ausl ha asserito nei nostri confronti. Allora, le chiedo cortesemente di darci la possibilità di replicare. Inizio subito col farvi presente che il progetto PRIA che loro tanto menzionano non è una legge, bensì un progetto di sostegno rivolto solo ed esclusivamente alle persone autistiche, inoltre dalla prima valutazione  effettuata nel 2010 dal team Autismo di Forlì era venuta fuori una diagnosi di ritardo mentale, escludendo quindi in maniera categorica l’Autismo, automaticamente il nostro bambino veniva tenuto fuori, da loro, dal progetto Pria. Poi, una delle quattro diagnosi di Autismo proviene già da uno dei tre centri esperti di secondo livello cosiddetti HUB previsti dal PRIA, dall’Ospedale Maggiore per l’appunto, quindi non è vero che noi abbiamo scelto di intraprendere altre strade non seguendo l’iter del PRIA, ma sono loro che facendo una diagnosi diversa dall’Autismo gli hanno precluso 3 anni fondamentali per una riabilitazione adeguata alla patologia. Quando a settembre 2011 gli abbiamo presentato l’ultima conferma della diagnosi di Autismo, fatta presso il Dipartimento clinico di neuroscienze dell’età evolutiva dell’IRCSS Stella Maris, dove nostro figlio è stato sottoposto a tutti gli accertamenti necessari al fine di definire un preciso inquadramento diagnostico, l’Unità di NPI di Forlì ha avuto da ridire anche su quella, perché secondo il loro parere anche questa volta la diagnosi era stata fatta senza seguire i criteri del Pria! Soltanto due mesi dopo, quando ci siamo recati in Regione a lamentare questa situazione che ormai perdurava da 3 anni (dal 2009), è arrivata “al volo” una variazione diagnostica (Disturbo non specificato dello sviluppo psicologico) questa sì “confezionata” (per usare lo stesso termine che hanno usato loro per definire la diagnosi di Autismo fatta dai colleghi di Bologna e Pisa), visto che è stata decisa a tavolino… In conclusione, non è accettabile che una ausl, che dovrebbe farsi carico delle cure sul territorio, non riconosca una patologia invalidante ad una persona perché non rispondente ai criteri di valutazione che un progetto locale consiglia di seguire… E’ proprio vero che i diritti come quello alla salute sono tali solamente sulla carta, perché poi se vuoi che ti vengano riconosciuti devi batterti tanto. Una diagnosi precoce e un intervento tempestivo ed adeguato avrebbero potuto davvero migliorare le condizioni di salute di nostro figlio, un sostegno competente alla famiglia ed a scuola avrebbe potuto davvero aiutare a vivere le difficoltà di tutti i giorni in modo del tutto diverso e costruttivo, avrebbe… perché nostro figlio per colpa di una mancanza medico-burocratica è stato alla fine penalizzato.

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